Per l’intelligenza artificiale è opportuno avere una visione di insieme su come si stanno muovendo i vari “continenti” dal punto di vista regolatorio.
L’Unione Europea sta affrontando la sfida dell’intelligenza artificiale con un approccio mirato a promuovere la collaborazione tra i paesi membri.
L’obiettivo è stimolare il progresso tecnologico tramite l’intervento dei governi, che prevede l’accesso ai dati pubblici e il sostegno al settore attraverso investimenti, incoraggiando al contempo il dialogo sulle norme a tutela degli esseri umani.
Le iniziative dell’UE sull’IA si possono far risalire alla firma, da parte dei 25 stati membri, di una dichiarazione congiunta in cui si impegnavano a coordinare gli sforzi nell’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale. L’impegno era focalizzato sulla condivisione delle migliori pratiche nel settore pubblico, sulla maggiore disponibilità dei dati pubblici, sul contributo a rendere sostenibili e affidabili le soluzioni, sull’assicurare la centralità dell’individuo nel loro sviluppo e sulla promozione dello scambio di opinioni riguardo all’impatto di queste tecnologie sul mercato del lavoro.
Prima di tale dichiarazione, la Commissione Europea aveva lanciato una call per la costituzione di un gruppo di esperti di alto livello sull’IA.
Era stato presentato il report francese sulla strategia del paese in questo settore, che annunciava investimenti per 1,5 miliardi di euro, e pubblicato il libro bianco di AgID sull’adozione di soluzioni di IA nella pubblica amministrazione.
Nel 2019 sono state pubblicate dal gruppo di alti esperti europeo le linee guida sugli orientamenti etici per un’IA affidabile. Nel 2020 la Commissione Europea ha presentato le linee strategiche per gli anni a venire, con la volontà di assicurare un ruolo all’UE nell’ambito delle tecnologie digitali.
Ad aprile 2021 è stata presentata la proposta di AI Act, ossia di regolamento volto a disciplinare i sistemi di intelligenza artificiale, primo atto normativo di questo genere al mondo, pubblicato definitivamente nel 2024 (Reg. 1689/2024).
Nel frattempo, dai primi mesi del 2023 si sta assistendo a un’esplosione di servizi online basati su modelli generativi, sia testuali (ChatGPT di OpenAI in primis) sia grafici (Midjourney, Stable Diffusion e DALL-E), che hanno alzato i livelli di attenzione da parte dei regolatori.
L’IA sta quindi entrando sempre più nella nostra vita di tutti i giorni e l’Europa e il mondo si preparano alle sfide e complessità che porta con sé.
Ma cos’è esattamente l’intelligenza artificiale? In sostanza, si tratta di un insieme di algoritmi che gli sviluppatori cercano di rendere “intelligenti”, cioè capaci di imparare dai propri errori, crescere e migliorare, apprendendo. Si sta cercando di ricreare artificialmente l’intelligenza tipica dell’essere umano.
L’IA potrebbe portare a cambiamenti significativi nella società. Molti lavori vengono già sostituiti quasi completamente dalle macchine e dall’intelligenza artificiale. Dare “intelligenza” alle macchine consentirebbe di rimpiazzare completamente alcune attività svolte oggi dall’uomo.
Negli ultimi tempi si sta assistendo a una vera e propria esplosione di applicazioni di IA rese disponibili agli utenti online, in particolare modelli generativi che, nell’ambito di un dominio specifico (testo, immagini, audio), consentono agli utenti di inserire delle richieste e ottenere un contenuto generato autonomamente.
Nella sfida globale sull’IA, oggi i principali contendenti sono Stati Uniti e Cina, che stanno diffondendo sempre più applicazioni concrete di utilizzo, sia nel settore pubblico che in quello privato, con approcci però profondamente diversi.
Gli USA, fedeli alla politica liberale e alla tradizione di common law, danno ampio spazio alla ricerca privata. La Cina invece sta adottando un approccio pilotato centralmente, con l’obiettivo dichiarato di diventare il centro mondiale di innovazione nel settore dell’IA entro il 2030.
In questo quadro si inserisce l’Europa, che pone l’accento non solo sul punto di vista tecnologico, ma anche su quello etico, sociale e legislativo. La via europea è orientata a una cooperazione interstatale tra i paesi, volta a favorire lo sviluppo tecnologico attraverso un intervento mirato dei governi, nel contempo incentivando il confronto sulle regole di salvaguardia per un’IA “umanocentrica”.
L’attenzione alle esigenze della persona e l’equilibrio tra intervento pubblico e autonomia privata caratterizza da sempre la politica europea sulle nuove tecnologie e, nello specifico, sull’intelligenza artificiale.
La sfida che l’Europa dovrà affrontare per proporsi come esempio da imitare sarà quella di riuscire a coniugare la tradizione umanistica europea, su cui si fondano i diritti fondamentali, con la spinta tecnologica e omologatrice degli strumenti di IA.
Il tema della protezione dei dati personali è cruciale. Il GDPR e i principi di trasparenza, qualità e pertinenza dei dati su cui si basano i sistemi di IA sono fondamentali per assicurare un loro sviluppo etico e rispettoso dei diritti individuali.
L’Europa potrà assumere un ruolo importante nel settore dell’IA se rimarrà fedele ai principi etici e umanistici su cui si fonda, fornendo l’esempio di come la tecnologia debba porsi al servizio delle persone, in un’ottica “umano-centrica”.